Braccialetti: da ottobre scarcerati mille detenuti al mese

Chi ha una pena da scontare sotto i 3 anni tornerà a casa grazie alla distribuzione di migliaia di dispositivi. Serviranno anche per controllare gli stalker.
L’Italia che si preoccupa di quanti delinquenti arrivano a bordo dei gommoni degli immigrati ignora che presto potrà lasciare la propria cella circa un terzo delle persone che oggi si trovano in carcere. Fastweb sta per consegnare i braccialetti elettronici grazie ai quali da ottobre mille detenuti al meseverranno scarcerati e potranno tornare a casa. In totale saranno quasi 22mila i carcerati che potranno dire addio alla loro attuale condizione ed andare ai domiciliari. Che restano sempre una misura restrittiva ma vuoi mettere la vita in prigione con quella a casa tua?
I destinatari dei braccialetti che da ottobre permetteranno di scarcerare mille detenuti al mese a casa saranno quelli che devono ancora scontare una pena detentiva da 1 giorno (ci sono anche quelli) fino a 3 anni. Questo consentirà di ridurre il sovraffollamento delle case circondariali italiane con un certo margine di sicurezza, poiché i detenuti saranno sotto controllo ed un allarme segnalerà se lasciano il luogo in cui devono finire di scontare la pena.
braccialetti, tuttavia, avranno un’altra funzione ed è quella di tenere sott’occhio (elettronico, in questo caso) chi viene denunciato per stalking. Un dispositivo addosso al molestatore consentirà di sapere dove si trova ed un altro al polso della potenziale vittima, cioè della persona che ha presentato la denuncia, permetterà di rilevare se lo stalker si avvicina a lei. Una tecnologia che all’estero ha già dato dei buoni risultati.

Braccialetti elettronici: come funzionano?

Il braccialetto elettronico, grazie al quale da ottobre saranno scarcerati mille detenuti al mese, è un dispositivo previsto dal Codice di procedura penale grazie al quale è possibile rilevare la posizione del soggetto da controllare, generalmente una persona che ha lasciato il carcere e che deve scontare il resto della pena ai domiciliari in casa o in una struttura. Il braccialetto si applica alla caviglia, mentre nel luogo di detenzione viene installata una centralina che riceve il segnale del dispositivo quando quest’ultimo è nel raggio di azione della prima. In altre parole, se la persona che indossa il braccialetto si allontana da quel posto oppure danneggia l’apparecchio nel tentativo di toglierlo, la centralina emette un allarme che arriva alla Sala operativa delle forze dell’ordine che controllano i suoi movimenti.
Arrivato il segnale, l’operatore delle forze dell’ordine chiama il detenuto attraverso una linea telefonica dedicata per chiedergli dei chiarimenti. Se l’allarme scatta per un tentativo di manomissione o di evasione, verrà inviata una pattuglia per controllare la situazione e, eventualmente, per procedere all’arresto del detenuto.
Prima che vengano distribuiti i nuovi braccialetti con i quali da ottobre verranno scarcerati mille detenuti al mese, in Italia c’erano 2.000 dispositivi a disposizione dell’Autorità giudiziaria. E non tutti venivano usati fino a quando la legge [2] ha modificato le norme della custodia cautelare in carcere. In pratica, il giudice può evitare di mandare in cella o ai domiciliari, se così lo ritiene opportuno, chi può beneficiare della sospensione condizionale della pena oppure chi deve scontare una pena detentiva inferiore ai 3 anni. Ecco perché, con i braccialetti in arrivo da ottobre, quasi 22mila detenuti potranno lasciare la prigione.

Braccialetto elettronico: cosa succederà da ottobre

Come accennato, Fastweb (la compagnia telefonica che ha vinto la gara di appalto insieme a Vitrociset) consegnerà da ottobre ai magistrati di sorveglianza mille braccialetti al mese, oltre a garantire il servizio di manutenzione e di assistenza per 36 mesi. Significa che da ottobre, e per ridurre il sovraffollamento degli istituti di pena, potranno essere scarcerati mille detenuti al mese. Perché a ottobre e non subito? Perché le forze dell’ordine hanno bisogno di concludere prima i corsi di formazione per la gestione dei braccialetti.

Braccialetto elettronico: il sovraffollamento in carcere

Ma è davvero necessario mandare a casa mille detenuti al mese con il braccialetto elettronico? Dando un’occhiata ai numeri del Ministero della Giustizia, aggiornati al 31 luglio 2018, sulla situazione delle carceri italiane, il problema del sovraffollamento salta all’occhio in maniera più che evidente, soprattutto in alcuni istituti di pena. Soltanto Sardegna, Sicilia e Trentino Alto-Adige hanno un numero di detenuti inferiore (di poco, ma inferiore) al massimo della capienza. Ricordiamo che i posti sono calcolati in base a questo criterio: 9 metri quadri per ciascun detenuto e 5 metri quadri per gli altri, cioè lo stesso criterio con cui in Italia viene concessa l’abitabilità di una casa. Bene. Quei 9 metri quadri si riducono alla metà, ad esempio, in Molise, dove il numero dei detenuti è praticamente il doppio rispetto alla capienza. Situazione critica anche in Emilia Romagna (oltre 3.500 detenuti su 2.800 posti), in Lombardia (2.000 detenuti in più rispetto alla capienza) e in Puglia. Il sovraffollamento, comunque, interessa quasi tutte le regioni, a parte quelle tre più «fortunate» che abbiamo citato e la Calabria, dove praticamente si è alla pari tra numero di posti nelle case circondariali e numero di «ospiti». Per completezza: i detenuti stranieri (sempre al 31 luglio 2018) sono 19.737 su 58.506.
Il braccialetto elettronico interesserà quasi 22mila di loro, alcuni con vecchie pene da scontare, già riabilitati e con una vita da reimpostare. Di questi:
  • quasi 8.500 devono scontare una pena tra 1 giorno e 1 anni;
  • 7.500 devono scontare 1 anno e 2 anni;
  • poco meno di 6.000 devono scontare tra 2 anni e 3 anni.
Grazie al braccialetto, dunque, la cifra di detenuti in carcere si ridurrà notevolmente, lasciando in cella circa 38.500 detenuti su una capienza regolare di 50.624 posti.

Braccialetto elettronico: l’uso contro lo stalking

La consegna dei nuovi braccialetti elettronici non consentirà soltanto di scarcerare mille detenuti al mese da ottobre ma servirà anche a tenere sotto controllo chi viene denunciato per stalking. In pratica, il dispositivo, dotato di Gps, viene applicato al molestatore in modo da sapere dove si trova in ogni momento. La vittima avrà con sé un altro apparecchio in grado di rilevare la presenza dello stalker vicino a lei. Quando questo succede, le forze dell’ordine ricevono un segnale di allarme e possono intervenire. Questo sistema viene già utilizzato all’estero, ad esempio in Spagna, dove i casi di molestie sono notevolmente diminuiti.

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